4 anni dal 12 settembre 2016, giorno della fondazione della nazione

26.08.2020

Capi di Stato delle nazioni partner, Presidente del Senato del Regno, Senatori, Presidente del Consiglio dei Ministri, Presidenti delle Regioni del Regno, Ambasciatori e Corpo diplomatico, Eccellenze tutte, Cari Centumcellini e amici di Centumcellæ

ci ritroviamo qui oggi per celebrare una Festa Nazionale del Regno particolare. Gli ultimi mesi che abbiamo vissuto sono stati drammatici: per fortuna nel nostro Regno non abbiamo avuto casi di coronavirus, ma siamo tutti comunque molto provati per ciò che è successo. Le conseguenze, soprattutto in termini di vita sociale ed economica, si faranno sentire ancora: come testimoniato dagli eventi degli ultimi mesi, la situazione purtroppo non tornerà alla normalità a breve, ma speriamo che possa almeno tornare a migliorare presto.

Pur con tutte le necessarie misure di sicurezza, abbiamo voluto svolgere oggi questa solenne cerimonia, che segna in maniera simbolica l'avvio del mio mandato di Re già iniziato dopo la riforma costituzionel del 5 Agosto, approfittando della ricorrenza della festa di stato: l'Investitura e il Giuramento di Fedeltà al Regno sono un importante evento istituzionale, ma sono anche e soprattutto un'occasione di festa per la comunità di Centumcellæ e delle sue Regioni, che dopo mesi di sacrifici si ritrova riunita nel celebrare il proprio "essere Regno".

Che la giornata di oggi sia per tutti un segno di speranza e di fiducia verso la lenta ripartenza.

Sono passati ormai quattro anni da quel 12 settembre del 2016, quando ho ricevuto l'incoronazione come Principe del nostro amato Regno, ed ora riceverò ufficialmente l'investitura a Re di Centumcellæ. Il ricordo di quei giorni è ancora limpido in me. Giorni tesi ma ricchi di gioia, festività, convivialità, stupore e soprattutto speranza! Speranza di vivere al meglio la nuova era del Regno, un'era ricca di novità, a volte anche negative, ma sempre vissute nel migliore dei modi.

Sono passati quattro anni, da quel 12 settembre 2016, quando assieme al Primo Ministro, il Duca Alessio Feuli, abbiamo firmato la nuova Costituzione Reale, entrata in vigore il 15 settembre 2016.

In questi quattro anni di reggenza, vissuti tra e per la gente, ho conosciuto e vissuto con le diverse culture e personalità della vita sociale e civile della nostra nazione.

In questi anni di reggenza ho visto famiglie perdere i propri cari, cittadini che non avendo uno stipendio hanno rinunciato ad offrire ai propri figli una educazione scolastica elementare, ho ascoltato ogni cittadino che giorno dopo giorno mi scriveva.

La lunga crisi, prolungatasi oltre ogni limite, ha inferto ferite al tessuto sociale del nostro Paese e ha messo a dura prova la tenuta del suo sistema produttivo. Ha aumentato le ingiustizie. Ha generato nuove povertà. Ha prodotto emarginazione e solitudine. Le angosce si annidano in tante famiglie per le difficoltà che sottraggono il futuro alle ragazze e ai ragazzi. Il lavoro che manca per tanti giovani, la perdita di occupazione, l'esclusione, le difficoltà che si incontrano nel garantire diritti e servizi sociali fondamentali. Sono questi i punti dell'agenda esigente su cui sarà misurata la vicinanza delle istituzioni al popolo.

Dobbiamo saper scongiurare il rischio che la crisi economica intacchi il rispetto di principi e valori su cui si fonda il patto sociale sancito dalla Costituzione.

Per uscire dalla crisi, che ha fiaccato in modo grave l'economia nazionale e quella internazionale, va alimentata l'inversione del ciclo economico, da lungo tempo attesa. E' indispensabile che al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita, da articolare innanzitutto a livello internazionale.

Nel corso del primo periodo di Presidenza del Consiglio dei Ministri appena conclusosi, il Governo - cui rivolgo un saluto e un augurio di buon lavoro - ha opportunamente perseguito questa strategia. Sussiste oggi l'esigenza di confermare il patto costituzionale che mantiene unito il Paese e che riconosce a tutti i cittadini i diritti fondamentali e pari dignità sociale e impegna il Regno a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l'eguaglianza.

Non servono generiche esortazioni a guardare al futuro ma piuttosto la tenace mobilitazione di tutte le risorse della società centumcellina.

Parlare di unità nazionale significa, allora, ridare al Paese un orizzonte di speranza. Perché questa speranza non rimanga un'evocazione astratta, occorre ricostruire quei legami che tengono insieme la società. A questa azione sono chiamate tutte le forze vive delle nostre comunità in Patria come all'estero. Ai connazionali nel mondo va il mio saluto affettuoso. Un pensiero di amicizia rivolgo alle comunità straniere presenti nel nostro Paese. E la strada maestra di un Paese unito è quella che indica la nostra Costituzione.

Tutti sono chiamati ad assumere per intero questa responsabilità.

Onorevoli Parlamentari, Signori Delegati,

Per la nostra gente, il volto del Principato è quello che si presenta nella vita di tutti i giorni: l'ospedale, il municipio, la scuola, il tribunale, il museo.

Mi auguro che negli uffici pubblici e nelle istituzioni possano riflettersi, con fiducia, i volti dei centumcellini:

il volto spensierato dei bambini, quello curioso dei ragazzi, i volti preoccupati degli anziani soli e in difficoltà il volto di chi soffre, dei malati, e delle loro famiglie, che portano sulle spalle carichi pesanti. Il volto dei giovani che cercano lavoro e quello di chi il lavoro lo ha perduto. Il volto di chi ha dovuto chiudere l'impresa a causa della congiuntura economica e quello di chi continua a investire nonostante la crisi. Il volto di chi dona con generosità il proprio tempo agli altri. Il volto di chi non si arrende alla sopraffazione, di chi lotta contro le ingiustizie e quello di chi cerca una via di riscatto. Storie di donne e di uomini, di piccoli e di anziani, con differenti convinzioni politiche, culturali e religiose.

Questi volti e queste storie raccontano di un popolo che vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini con una nuova speranza verso un futuro di serenità e di pace.

Desidero rivolgere un particolare ringraziamento a tutti coloro - persone e istituzioni - che in questi tempi difficili hanno permesso l'organizzazione in sicurezza di questo importante avvenimento, in particolare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla nostra Protezione Civile.

La pandemia ha comprensibilmente rallentato l'attività del Regno.

La grandissima presenza di spettatori oggi testimonia però che la favola del Regno di Centumcellæ è ancora molto attrattiva e affascinante: Centumcellæ è ancora forte, fiera della sua storia e delle sue tradizioni. Ora che la situazione si è un po' calmata - e speriamo davvero che non torni a peggiorare in maniera drastica - confido che potremo ripartire e recuperare il tempo perduto. Dal punto di vista del governo del Regno, come capo di stato, sto cominciando a lavorare sulla stipulazioni di nuovi trattati internazionali.

Presto metteremo anche in atto un'iniziativa che dovrebbe consentire al Regno di autosostenersi dal punto di vista economico e di essere conseguentemente più proattivo nell'organizzazione di attività a favore dei Centumcellini. E in inverno arriverà una nuova emissione dalla moneta del Regno.

Col vostro aiuto e col vostro sostegno, andiamo avanti fiduciosi.

Viva Centumcellæ.

S.M Manuel Maria Gregori Accorsi

Re di Centumcellæ


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